AIDA a Verona ieri
Arena di Verona – 100 anni ma non li dimostra ….
Aida – è teatro, ma sembra cinema
Oggi tutto deve essere spettacolare per attirare un pubblico abituato a tutto e molto distratto e che da più attenzione ai nomi del pettegolezzo mondano che all’alto valore culturale di un’opera come l’Aida.
Stefano Poda ha firmato regia, scenografia, costumi e luci; il tutto perfettamente adatto ad una mondovisione che deve attirare il massimo del pubblico possibile; quello che guarda la televisione.
Questa versione dell’Aida è insolitamente spoglia, pauperistica; sicuramente forse più adatta ai tempi attuali di insicurezze, al posto delle ormai consuete piramidi, colonne e sfingi (che comunque avevano un senso ben preciso e rimane la nostalgia di chi ne ha un affettuoso e concreto ricordo).
Se devo esternare il mio pensiero, un qualche più concreto accenno all’antico Egitto si poteva fare anche grazie a tutta la numerosa tecnologia disponibile, magari anche nei costumi. Bene la piramide del Louvre, ma rimane l’Egitto il luogo dell’Aida.
Amonasro sembra arrivare direttamente da Mad Max; forse per la felicità dei meno addentro all’opera e più sensibili alla scenografia, ma un poco di sensibilità anche per gli altri non avrebbe guastato.
Quello che manca, ma anche alla società contemporanea, è il trionfo morale del bene sul male; sicuramente una precisa volontà di rappresentare i tempi correnti.
La continua sofferenza nei volti e nei movimenti è un’angosciante accompagnamento di molti spettacoli moderni; un segno dei tempi che è duro accettare per chi ha vissuto tempi decisamente migliori.
Mi manca la Callas (con il suo mi bemolle), i suoi tempi di grande ottimismo nel futuro e la sua Aida; ma non ascoltatemi è solo un grido che oggi appare stonato.
