Togliere il glutine inutilmente è solo dannoso all’organismo che viene impoverito di molte sostanze utili.
Non sono celiaci, ma dicono di essere sensibili al glutine: il numero è aumentato in modo esponenziale e allarmante.
La dieta senza glutine può anche essere fonte di carenze, quindi è sbagliato confondere effetti psicologici con la sensibilità al glutine; in realtà si potrebbe essere sensibili ad altre sostanze contenute nella farina che non sono il glutine. Quindi togliere il glutine inutilmente è solo dannoso all’organismo che viene impoverito di molte sostanze importanti.
Va anche detto che i prodotti senza glutine, se leggete con cognizionedi causa gli ingredieti, scoprirete che non sono il massimo per la nostra salute.
Non sappiamo ancora con certezza, se il glutine sia la vera causa di reazioni di malessere intestinale di persone non celiache, ma che si ritengono sensibili al glutine. Questo ci dicono alcuni recenti studi effettuati dopo il 2015.
La verità è che ci sono molte incertezze tra gli studiosi dopo test a doppio cieco. Nello studio in doppio cieco anche il medico non è a conoscenza di quale paziente appartiene a quale gruppo. In questo modo si esclude che le convinzioni del medico possano influenzare il paziente.
Studi recenti dimostrerebbero che i cosiddetti sensibili al glutine avrebbero dovuto avere sintomi gravi con la somministrazione di cibi con glutine, alternati ad altri senza glutine: la maggioranza non ha dimostrato risposte chiare e legate veramente al glutine.
Uno studio prova che è più un’aspetto psicologico come la pressione commerciale o una spiegazione di qualcuno non qualificato che spinge alcune persone a sentirsi sensibili al glutine.
Un libro per capire cosa stiamo mangiando – scritto da un saggio esperto in chimica
Contro natura. Dagli OGM al «bio», falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola
di Dario Bassanini
È in atto da alcuni anni una vera e propria corsa all’alimentazione “naturale”, eppure le nostre idee sul tema non sono così chiare come vogliamo credere.
Sempre più spaventati e confusi dai messaggi allarmistici dei media, ci siamo convinti che la “manipolazione” del cibo sia uno dei tanti mali della società odierna, dimenticando che l’intervento umano sulle specie vegetali è antico guanto l’invenzione dell’agricoltura stessa.
Siete sicuri che il colore “naturale” delle carote sia l’arancione? O che il riso che comprate sia veramente biologico?
Servizi televisivi hanno dimostrato che in Romania, da dove viene molta della notra farina, i controlli sul bio sono una chimera.
E poi: esiste sul serio una patologia chiamata “sensibilità al glutine”?
Per rintracciare la storia di ciò che mettiamo oggi nel piatto, e trovare le risposte ai tanti dubbi che ci assillano, gli autori ci guidano in un viaggio nel tempo – attraverso la storia dell’uomo e le storie dei cibi come li conosciamo – e nello spazio – per raccogliere sul campo le prove e le testimonianze di ricercatori e agricoltori.
Con piglio appassionato da investigatori e solido rigore scientifico, e senza timore di andare controcorrente, spiegano il vero significato di alcune parole che sentiamo e leggiamo ogni giorno, aiutandoci a scegliere con più consapevolezza.
Contro natura. Dagli OGM al «bio», falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola, Dario Bassanini, Rizzoli, 302 pp., 12 euro.
