Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza …

La necessità di non cedere al disfattismo e al conformismo

La politica è regredita in una sorta di  infantilismo bellico !

” L’Europa lavori per la pace “

… pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace ?

Anche il Giappone oggi ha cambiato le sue diposizioni che parlavano di pacifismo, dopo le due bombe atomiche americane  e si sta armando; non certo in vista della pace.

E’ una pia illusione credere che un Putin, di cui siamo certi non è immaginabile una resa senza adeguato compenso,  si lascerà morire con il suo popolo per non scatenare una guerra mondiale.

Ultimamente, sono state firmate da Biden numerose “disposizioni” ufficiali che parlano apertamente di risoluzione del “problema” Cina entro i prossimi dieci o vent’anni …

Adenauer, De Gasperi e Robert Schuman, hanno saputo generare diplomazie capaci di cucire le unità e non allargare gli strappi.

Appello al Vecchio Continente

” Ritrovare l’anima europea in un momento storico in cui la politica è regredita in una sorta di  infantilismo bellico, in un frangente segnato dalla guerra in Ucraina.

Dove pare assistere ad un tramonto del sogno corale di pace tornano a ruggire i nazionalismi.

Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza del comune obbiettivo che un più stretto legame delle nazioni prevenisse ulteriori conflitti.

Ma nel mondo in cui viviamo pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno strada i solisti della guerra.

Così tornano a ruggire i nazionalismi e si esasperano giudizi e toni nei confronti degli altri.

A livello internazionale, pare persino che la politica abbia come effetto quello di infiammare gli animi anziché risolvere i problemi, dimentica della maturità raggiunta dopo gli orrori della guerra e regredita ad una sorta di infantilismo bellico.

In questo frangente storico l’Europa è fondamentale perché rappresenta la memoria dell’umanità ed è perciò chiamata a interpretare un ruolo di unire distanze, accogliere popoli e non lasciare nessuno per sempre nemico.

Ecco quindi che è essenziale ritrovare l’anima europea, l’entusiasmo e il sogno dei padri fondatori e statisti, e cita Adenauer, De Gasperi e Robert Schuman, hanno saputo generare diplomazie capaci di cucire le unità e non allargare gli strappi.

In questa fase storica i pericoli sono tanti e mi chiedo, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace ? “

E il papa pensa in:

” ..un’Europa che non sia ostaggio delle parti, diventando preda di populismi autoreferenziali, ma che nemmeno  si trasformi  in una sorta di sovranazionalismo astratto dimentico della vita dei popoli”.

 

PERCHE’ UN PAPA PROFETICO ?

Sappiamo tutti che il papa ha modo di sapere, meglio di tutti noi, anche i risvolti meno evidenziati delle varie politiche. Inoltre, è uomo di grande esperienza e conoscenza, passato attraverso il regime dei colonelli in Argentina e contemporaneo di chi ha ascoltato direttamente i racconti di cosa sia una guerra mondiale. 

Ad oggi pare che i politici, quasi tutti, non si vogliano rendere conto che se non si fanno sinceri sforzi di colloqui di pace abbiamo solo l’altrenativa dell’allargamento della guerra; visto che la Russia è uno stato che dispone anche di bombe nucleari, ed è una pia illusione credere che un Putin, di cui siamo certi non è immaginabile una resa senza adeguato comopenso,  si lascerà morire con il suo popolo per non scatenare una guerra mondiale.

La prova è che gli stessi Stati Uniti, che si dichiarano per la libertà e la democrazia dei popoli,  non esitarono a sganciare ben due bombe nucleari le cui conseguenze sembrano oggi sfumarsi sempre più nel ricordo comune; tanto che il Giappone ha cambiato le sue diposizioni che parlavano di pacifismo e si sta armando; non certo in vista della pace. 

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, nessun media dei più noti, riporta che sono state firmate da Biden numerose “disposizioni” ufficiali che parlano apertamente di risoluzione del problema Cina entro i prossimi dieci o vent’anni …