Gli operai cinesi che lavorano per la ditta Foxconn e producono iPhone, a causa delle restrizioni per il Covid prima e poi del mancato pagamento, da parte dell’azienda Foxconn (multinazionale – pare giuridicamente taiwanese), dei bonus di assunzione e della buona uscita, hanno smesso di produrre per un certo periodo di tempo.
Apple è preoccupata per la mancata produzione sino a 6.000 pezzi, vicini a Natale, e relativo mercato mancato.
Un puzzle che ci rivela molto delle interconnessioni del mercato globale tra “nemici” politici, come Cina e USA, e amici per l’economia.
La tanto vituperata e temuta economia cinese galoppante, ora pari a quella degli Stati Uniti, è indispensabile ai grandi nomi dell’industria occidentale per produrre a basso costo e poi vendere ad prezzi anche stratosferici; rispetto al valore reale del prodotto dove viene fabbricato (vale anche per la moda).
In breve, agli USA e ai grandi colossi occidentali fa comodo la politica cinese, che viene continuamente condannata per le libertà negate, che mette a disposizione una produzione a basso costo, per vendere poi a prezzi altissimi.
Un vero e proprio sfruttamento di una situazione politica, dove le vittime vere sono i poveri operai cinesi (ma anche di molte altre parti del mondo) che dipendono da regole interne e dalle restrizioni, non democratiche, attuabili solo in certe nazioni.
Quindi: a Occidente si sbandiera la democrazia e la potenza/ricchezza economica che, però, vive sfruttando i paesi dove la democrazia non è arrivata.
Una bella contraddizione che pochi hanno il coraggio di denunciare.
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COPERTINA: Foto – “Ghiaccio/madrepora/corallo-e-clima-che-cambia” – 2007- Foto Grazia Seregni Copyright© All rights reserved – Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
