Il fallimento dell’Europa nella Prima Guerra e nella Seconda Guerra Mondiale è presente in questo romanzo, ma è anche quanto mai attuale.
Il suicidio dell’Europa.
Questo romanzo è rivolto al presente / futuro dell’uomo.
L’autore ha la capacità di comprendere la crisi della nostra epoca.
Una delle massime costruzioni letterarie del Novecento.
Il pericolo, nel romanzo, sta nell’entusiasmo fanatico; chi è ossessionato dall’idea di liberare il mondo. L’irrealismo trascina le folle, soprattutto i giovani che seguono l’ideale che non si può raggiungere.
Gli idealisti/fanatici non capiscono la necessità dell’analisi, prima di ogni decisione. E ogni loro decisione finisce male.
L’uomo senza qualità
di Robert Musil
«Il quadro spirituale e intellettuale di un’epoca» – Pietro Citati
L’uomo senza qualità, il romanzo al quale Musil lavorò per gran parte della vita, è un’insuperabile rappresentazione delle grandi crisi del secolo scorso, ma quanto mai attuale.
Nella Vienna alle soglie del primo conflitto mondiale, il protagonista Ulrich, per una sorta di malattia dell’anima, non sa né vuole dare corpo e forma alle proprie inclinazioni.
Preda di un’intelligenza affascinata dall’esattezza scientifica e dall’infinita indeterminatezza del reale, Ulrich si presta con lucida ironia a quell’infinito gioco di simulazioni che Musil orchestra con vertiginosa intelligenza.
La presente edizione dell’Uomo senza qualità seleziona sulla scorta dell’edizione critica tedesca a cura di Adolf Frisé una vastissima mole di materiali inediti, chiarendo le linee di sviluppo della complessa architettura del progetto musiliano.
«”Un uomo che vuole la verità, diventa scienziato; un uomo che vuol lasciare libero gioco alla sua soggettività diventa magari scrittore; ma che cosa deve fare un uomo che vuole qualcosa di intermedio fra i due?”
Si può dire che su questa difficile via intermedia nessuno sia andato cosí lontano come lo scienziato e psicologo Musil e abbia offerto un panorama “saggistico” cosí completo delle tendenze e delle aporie dello spirito contemporaneo» – Cesare Cases
«Uno spirito di intelligenza eccezionale e un artista di consumata scaltrezza domina con mano sicura la materia del romanzo…
Piú che mai attuale, esso attrae il lettore col fascino della sua complessa, subdola, disperata problematica» – Ladislao Mittner.
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La filosofia del libro
Non c’è più cosa – l’uomo che non possiede più ( uomo desostanzializzato )
La conoscenza è relativa.
La sicurezza non c’è da nessuna parte – siamo di fronte alle leggi dei casi – va trovata una scienza del caso; che piò essere solo nella scienza probabilistica.
Il protagonista del romanzo è un matematico di professione.
Lo scienziato matematico oggi sa che non c’è cosa.
Non ci sono sostanze separate, come dalla teoria della relatività, e io avrò sempre una prospettiva del tutto; un gioco metaforico analogico di comparazioni.
Si può solo comparare, non stabilire scale di livelli diversi.
Tutto è fondato su un principio di indeterminazione.
Il romanzo parla anche della fine dell’età borghese, lungimirante; oggi la classe media è stata distrutta e lo sarà ancora di più in futuro.
La borghesia dell’età di Gothe non comprende la realtà; voleva una classe borghese colta.
Non comprendere la realtà va insieme alla stupidità. Si può essere intelligenti, ma non capire la realtà.
Il libro parte dalle teorie di Nietszche.
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L’uomo senza qualità, Robert Musil, Einaudi, 30 euro.
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COPERTINA – ” radici e futuro – quale futuro ? ” 1998 – acquarello- particolare – di Grazia Seregni Copyright© All rights reserved – Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
