La bibliografia scientifica è disponibile all’indirizzo https://bit.ly/3GdCuZh
Ultimi aggiornamenti:
Una ricerca dell’Università di Vienna ha evidenziato che nelle persone senza una immunità precedente l’infezione da Omicron genera anticorpi altamente specifici per quella variante, con una insufficiente capacità di neutralizzazione di altre varianti e persino delle altre sotto-varianti di Omicron.
Per contro, nelle persone con una precedente infezione o vaccinazione la reinfezione da Omicron genera una elevata capacità di neutralizzazione del ceppo originario del virus, della variante Delta e di tutte le sottovarianti Omicron (pagg. 14-15)
Una ricerca condotta al German Primate Center di Göttingen ha analizzato le differenza tra le tre maggiori sottovarianti di Omicron – Ba.1, Ba.2 e Ba.3 – e la capacità dei sieri dei convalescenti e dei vaccinati con due, tre dosi o con reinfezione di neutralizzarle. Mentre i livelli di neutralizzazione dei vaccinati con doppia dose e dei convalescenti si sono notevolmente ridotte, la terza dose, ed ancora di più l’infezione dopo la terza dose, hanno notevolmente innalzato la potenza neutralizzante (pag. 16)
i ricercatori dell’Università del Michigan hanno condotto una meta-analisi su 50 studi pubblicati in tutto il mondo, per un totale di oltre 1,6 milioni di pazienti, e sono giunti a stimare che quasi la metà (49%) dei sopravvissuti al Covid riportano sintomi persistenti quattro mesi dopo la diagnosi, percentuale che sale al 54% tra coloro che hanno avuto forme severe della malattia che hanno richiesto l’ospedalizzazione. Il sintomo più frequentemente riportato è stato l’affaticamento (23%), seguito dai problemi di memoria (14%). (pag. 47)
L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato una efficacia vaccinale contro l’infezione a partire dal 1 novembre 2021 del 45,3% per chi ha completato il ciclo da meno di tre mesi, del 37,1% per chi lo ha completato da tre a quattro mesi, del 47,1% per chi lo ha completato da oltre quattro mesi, e del 63,7% per chi ha effettuato il richiamo. La protezione contro la malattia severa rimane invece robusta in tutti i casi: dal 72,5% per chi ha completato il ciclo vaccinale da meno di tre mesi all’89,9% per chi ha effettuato la dose di richiamo (pag. 64)
Tra il 25 febbraio e il 27 marzo 2022 vi sono stati nel complesso in Italia 758 decessi per Covid-19 tra i 4,72 milioni di non vaccinati, pari a 161 decessi per milione, contro 2.172 decessi tra i circa 48,1 milioni di completamente vaccinati, pari a 45 decessi per milione. Tra gli over 60 i decessi per milione di abitanti sono stati 766 tra i non vaccinati contro 123 tra i completamente vaccinati (pag. 64)
Un gruppo di ricerca dell’Università della Pennsylvania ha seguito un gruppo di pazienti per 9-10 mesi dopo il completamento del ciclo primario, e per tre mesi dopo il richiamo, riscontrando un calo della quantità ma un miglioramento della qualità degli anticorpi almeno per nove mesi dopo il ciclo primario, mentre le cellule B sono rimaste stabili e durature lungo tutto il periodo, in grado di legarsi a tutte le varianti principali, da Alfa a Omicron. La terza dose ha ulteriormente potenziato la risposta delle cellule B e la quantità di anticorpi neutralizzanti (pag. 75)
L’OMS ha aggiornato le linee guida sui farmaci disponibili per il trattamento del Covid-19, inserendo il Paxlovid e rivalutando positivamente l’utilizzo del remdesivir, che precedentemente era stato sconsigliato (pagg. 83, 89, 91)
Sono stabili gli indicatori epidemiologici rilevati dalla cabina di regia Ministero della Salute ISS, Nella settimana 15-21 aprile si segnala una diminuzione dell’incidenza dei casi settimanali per 100.000 abitanti da 717 a 675, mentre il numero di riproduzione Rt è sceso da 1 a 0,96. Stabile il numero dei decessi, passati da 934 a 928. In lievissimo aumento, dal 15,6% al 15,8%, il numero dei ricoverati in aree mediche, mentre rimane ferma al 4,2% la percentuale di letti occupati in terapia intensiva (pagg. 110-112)
I dati Istat relativi al mese di febbraio 2022 certificano come i livelli di mortalità per qualunque causa siano ormai assimilabili alla media prepandemica. Rispetto ad una media media 2015-2019 di circa 57.400 decessi, nel mese di febbraio 2022 i decessi per qualunque causa sono stati circa 58.700 (+2,3%). Nel Nord-Ovest, Nord-Est e Centro il livello della mortalità è ormai assolutamente in linea con le medie 2015-2019, mentre si segnalano ancora significativi scostamenti in alcune regioni del Sud e delle Isole, come Puglia (+9,1% ) o Sardegna (+18,7%). (pag. 113)
