La variante Omicron ci sta portando ad un altro passo verso una società dove il rischio è all’ordine del giorno; più di quanto non lo fosse prima.
Questa condizione è ben spiegata dal sociologo tedesco Ulrich Beck in un suo libro:
La società del rischio. Verso una seconda modernità
Con il “progresso”, abbiamo raggiunto un livello oltre il quale dobbiamo fare i conti con i guai creati dal nostro stesso “progresso”.
In una società dove il rischio aumenta, di conseguenza va a diminuire la privacy; che altrimenti ostacolerebbe gli interventi necessari per bloccare i guai creati direttamente da noi uomini verso noi stessi. E la diminuzione della privacy, che già è in atto, può raggiungere livelli allarmanti come in Cina. Non abbiamo scelta siamo intrappolati tra due mali; uno peggiore dell’altro.
Come sempre chi soffre di più di quanto accade è la parte più debole/povera della società; che perde lavoro e non lo ritrova o lo ritrova mal pagato e insicuro; con un costo della vita che aumenta sempre di più.
Comunque, non dimentichiamo che una volta sconfitto il virus, dovremo affrontare almeno due sfide: la transizione ecologica e il debito.
Serve umiltà e spirito di sacrificio, anche da parte della politica o perderemo le sfide. Basta fare i furbastri (anche chi non paga le tasse è un furbastro), basta mediocri egoismi che portano solo allo sfacelo di uno stato, di una comunità, ma anche del mondo intero.
Peccato che chi dovrebbe capire, ascoltare e decidere, spesso non abbia orecchie, né cervello a sufficienza.
Non possiamo sperare che altri risolvano i nostri problemi; noi tutti dovremmo guidare il nostro destino.
Ma resta più comodo, per molti, rimbambirsi davanti a serial TV , novelas e calcio. Pensare richiede fatica e agire richiede forza.
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COPERTINA: ” Cigno nero e punto di domanda ” 2002 – Grazia Seregni Copyright© All rights reserved – Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modific
