Charles Pierre Baudelaire
Un uomo che non smise mai di interrogarsi
Ha saputo “cantare” il male dell’uomo moderno
Uno dell’800, ma sempre attuale
Non sufficientemente studiato in Italia, ha espresso il meglio del suo genio soprattutto nella curiosità.
Un autore; uomo di mondo e principe delle dicotomie che merita una grande rivalutazione.
Fu poeta, esteta, filosofo … dai sonetti ai saggi letterari, alle divagazioni moraliste, Baudelaire si impose per il suo inesausto spirito di contraddizione; che è forse l’unico che ci avvicina di più alla verità e alla quotidianità moderna.
Suo punto d’onore fu sempre la ricerca della bellezza nel “moderno/nuovo”; sempre maltrattata e ignorata dai tronfi celebratori di tutti i tempi ed epoche storiche.
Da leggere o ri-leggere almeno un suo libro: ” Il pittore della vita moderna”; uno dei più straordinari saggi, mai concepiti.
Finalmente un italiano ne parla in un libro degno di essere letto: ” Ciò che si trova solo in Baudelaire “ Adelphi, pp.137, euro 14.
Brevissima bibliografia:
- poeta e critico francese. Nacque a Parigi il 9 aprile 1821
- fece i primi studî a Lione e li proseguì, sino al baccellierato, nel liceo Louis-le-Grand di Parigi. Uscitone nel 1839, decise di occuparsi di letteratura
- i suoi tutori, non approvarono, considerando Baudelaire dedito più all’ozio, fu così che nel 1841, per allontanarlo dalle tentazioni parigine, lo mandarono in viaggio in India
- il viaggio durò durò dieci mesi, ma B. non arrivò mai a a Calcutta, ove la nave era diretta
- i particolari di questo viaggio rimangono misteriosi; comunque entrò in contatto con culture, personaggi e paesaggi esotici e tropicali che poi troviamo nelle sue liriche
- tornò in Francia nel febbraio del 1842 e uscito poco dopo di minorità, intaccò rapidamente l’eredità paterna: donde dissidî e conflitti, spesso assai aspri, col padrigno e con la madre. Lavorava anche; e conquistò dapprima riputazione come critico d’arte
- partecipò a due Salons; del 1845 e 1846 cui seguì saggio sull’esposizione universale del 1855, il Salon del 1859, ed una importante monografia su Delacroix – scrisse anche un articolo sui caricaturisti, e qualche saggio minore
- alcune delle sue stroncature (Vernet, Scheffer) sono dei modelli
- Baudelaire mirava soprattutto alla fama di poeta che raggiunge soltanto nel 1857, a Parigi, quando pubblica il suo capolavoro con il titolo divenuto famoso di Fleurs du mal.
- ma Baudelaire è depresso e la sua mente sconvolta, tenta il suicidio e nel 1864, dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all’Acadèmie francaise, lascia Parigi e si reca a Bruxelle
- malato, cerca nell’hashish, nell’oppio e nell’alcol un sollievo alla dolorosa paralisi che lo ucciderà nel 1867 a soli 46 anni
- dopo la sua morte, e soprattutto negli anni tra il 1875 e il 1890, il B. fu riconosciuto in Francia come innovatore e introduttore di nuovi modi di poesia.
Nel Fleurs du mal, aveva scrutato senza reticenze la lussuria e l’erotismo, insistendo nell’analizzare quell’angoscia, quell’amari aliquid come fece il pagano Lucrezio; raggiunge così quel mare oscuro dello spirito umano, nel quale, come ha detto il Novalis, la lussuria, la crudeltà e l’istinto mistico appaiono indissolubilmente uniti.
È sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.
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COPERTINA: Tour Eiffel 1998 – foto Grazia Seregni Copyright© All rights reserved – Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
