Non riconosciuto il diritto d’autore

tutti siamo fatti fessi dai giganti di internet che ci dovrebbero pagare i diritti di autore –

Più di 100 GIORNALISTI europei HANNO FIRMATO …

Le società come Facebook e Google, per contratto da loro imposto ad ogni usufruitore dei loro servizi, hanno il diritto di usare i dati e le foto pubblicate su internet da ogni cittadino, per i loro scopi pubblicitari o redazionali o venderle a chi vogliono; con redditi di miliardi di euro.

I giornalisti europei, e l’Italia non ne dà alcuna notizia, pretendono una giusta ricompensa per ogni dato che viene utilizzato estrapolandolo da quanto i vari cittadini inseriscono nel web.

Si parla di normali diritti d’autore, cosa che normalmente è sempre stata imposta dalle leggi di tutti gli stati del mondo.

Non si capisce per quale motivo, queste leggi sui diritti di autore, non possano essere valide per i giganti del web; come Facebook e Google.

Da parte loro Facebook e Google si difendono dicendo che loro metto a disposizione i loro servizi a titolo puramente gratuito e quindi, in qualche modo hanno diritto, secondo loro, a ricavarne dei redditi.

Ma non hanno diritto a usare arbitrariamente, senza pagare nulla, dei diritti di autore dei cittadini.

Non è difficile capire che stiamo parlando di un fatto assolutamente sproporzionato; in quanto il cittadino che immette dati non percepisce nulla dei gradi capitali che Facebook e Google incamerano.

La logica ci dice che, almeno una piccolissima parte di quei guadagni giganteschi, dovrebbe essere restituita a chi contribuisce a produrli. Soprattutto, ribadiamo, perché da sempre la legge riconosce i diritti di autore.

Pagare pochi soldi per ogni dato utilizzato non intaccherebbe minimamente gli altissimi guadagni di questi giganti, ma rappresenterebbe un rapporto più equo in questa transazione che, oggi, avviene quotidianamente a volte, come le ultime cronache dimostrano, addirittura a danno di chi regala loro dati; la maggior parte delle volte inconsapevolmente.

Basti ricordare i dati dalle transazioni con carte di credito, pure extra web e quindi senza che Facebook e Google ci abbiano messo alcun servizio dal quale potrebbero pretendere un ritorno economico, rubati ai cittadini americani e venduti a scopo pubblicitario. (ovviamente le società hanno trovato delle spiegazioni con le quali difendere le loro scelte)

Ma domani quanto sopra, potrebbe succedere all’Europa (basta un cambio delle leggi; cosa molto frequente quando ci sono di mezzo grandi interessi economici).