Dieta chetogenica o Keto – cosa vuol dire ?
Questa dieta punta sulla drastica riduzione dei carboidrati e aumenta il quantitativo di proteine.
Questa dieta era in uso già negli anni ’70 con il nome di ” dieta punti “; fu poi brutalmente condannata perché permetteva un uso esagerato dei grassi. La conseguenza era un cronico innalzamento del colesterolo.
Quindi venne riproposta, ma limitando molto l’uso dei grassi saturi come: burro, formaggi, insaccati, hamburger, carni grasse ecc… a favore di carni bianche, magre e condimenti a base di olio evo, tanta verdura e frutta non troppo ricca di zuccheri.
Poi venne di moda la dieta mediterranea, che incontrò il favore di quasi tutti i dietologi; salvo una parte di americani che avevano a che fare con pazienti molto obesi e che non accettavano di mangiare poco e di tutto, carboidrati compresi.
La dieta chetogenica
Il successo della dieta chetogenica è legato alla sua efficacia nel ridurre il peso.
La presenza dei corpi chetonici (dovuta ad una forte presenza di proteine e praticamente l’assenza di carboidrati) riduce il desiderio di cibo.
Chi segue la dieta chetogenica, ha una maggiore perdita di massa grassa e un aumentato dispendio energetico utilizzato per convertire i grassi e le proteine in glucosio.
Se riduciamo i carboidrati della dieta a un livello sufficientemente basso, le nostre cellule iniziano a utilizzare i grassi; tutte tranne le cellule nervose che non hanno la capacità di farlo.
I regimi alimentari più equilibrati sono costituiti dal 50% di carboidrati, 30% di grassi e 20% di proteine.
La dieta chetogenica si basa sull’assunzione del 44% di grassi a scapito di carboidrati (che sono limitato ad una media di 30 grammi al giorno, ovvero solo il 13%dell’apporto energetico giornaliero) e da proteine al 43 per cento (poco meno della metà della dieta).
Questo processo si chiama chetosi. La chetosi porta alla formazione di molecole chiamate corpi chetonici, che sono anche utilizzabili dal cervello.
Generalmente, la situazione di chetosi si raggiunge dopo un paio di giorni; mangiando una quantità giornaliera di carboidrati di soli 25-50 grammi a seconda degli individui.
La chetosi è una condizione che non giova all’organismo, perché lo smaltimento dei corpi chetonici avviene attraverso i reni e quindi c’è un affaticamento di questi ultimi ( dipende sempre dalle quantità/ qualità di proteine ingerite, dalla capacità dei reni dell’individuo e dalla durata della dieta).
Quando la dieta non funziona e suoi limiti
Questa dieta perde di efficacia, anzi diventa ingrassante, se non si resite e si assumono più carboidrati del minimo consentito (bastano: un gelato o qualche biscotto o un panino o una birra o un bicchiere di vino ecc…).
Questa dieta, di solito viene proposta per periodi brevi come poche settimane; così da evitare ogni danno all’organismo.
LA DIETA
Le nuove linee guida per il trattamento dell’obesità con una dieta chetogenica ipocalorica pubblicate dalla Società Europea dell’Obesità. Il documento, è pubblicato sulla rivista Obesity Facts.
Il protocollo prevede tre fasi: l’attivazione, la rieducazione e il mantenimento.
ATTIVAZIONE: suddivisa in tre step
- un bassissimo apporto calorico e quindi un sacrificio solo sotto controllo medico: 600-800 chilocalorie al giorno e una durata compresa tra 8 e 12 settimane – così si ottiene una perdita molto significativa del peso in eccesso dal 70 all’80% – con 4 o 5 i pasti al giorno con alimenti ricchi di proteine e verdure che non contengano molti zuccheri – in questa fase si consigliano, a volte, vitamine, minerali, sodio, magnesio, calcio e acidi grassi omega 3 ed eventualmente anche miscele di amminoacidi (bevande proteiche senza zuccheri).
- rieducazione: per favorire il mantenimento del nuovo peso corporeo nel tempo; si torna gradualmente ai carboidrati – prima con l’introduzione della frutta e dei formaggi, poi i legumi, infine il pane, la pasta e gli altri cereali.
- successivamente si aumenta anche l’apporto energetico giornaliero: sino a 1.500 chilocalorie al giorno
- il mantenimento, prevede fino a 2.000 chilocalorie al giorno(secondo la statura, l’età e il tipo di vita del paziente)
- non deve mai mancare anche una graduale introduzione dell’attività fisica.
SEMPLIFICANDO:
dopo avere ascoltato il medico, si può seguire, per un periodo di poche settimane, una dieta con prevalenza di proteine, verdure e frutta con pochi zuccheri.
- Permesso e consigliato l’olio extra vergine di oliva per condire, limitando invece i grassi animali; quindi carni magre o pesce a volontà.
- Carboidrati come zucchero, pane, pasta, pizza, dolci, gelati, piselli, fagioli, lenticchie, frutta ricca di zuccheri come banane e ciliege ecc… vanno limitati a pochi grammi al giorno (25/50 gr. secondo età, altezza e stile di vita più o meno attivo).
- Aiutano a dare senso di sazietà anche il latte di mucca o altri latti senza zucchero, formaggi magri (la crescenza/ mozzarella/ricotta non sono formaggi magri, salvo specifica dicitura), yogurt senza zucchero
- Insalatone ricche di verdure diverse come pomodori, peperoni, insalate miste ecc… con anche due uova sode e/o sgombro o tonno saziano molto
- E’ sempre bene non superare il numero di 4/ 6 uova alla settimana.
- Anche tonno in scatola (per il tonno non più di una volta al mese per il suo contenuto di mercurio) o sgombro / sardine sono ottime alternative alla carne o al pesce fresco; basta non abusare del cibo in scatola facendone una abitudine molto frequente.
- Permessi, senza esagerare, anche ogni genere di affettati, meglio se di buona qualità
- Pochi sanno che le patate, se mangiate fredde, non contengono molti carboidrati; perché a freddo assumono una formula che non è digeribile dal nostro organismo.
